Quanti amministratori sono andati in crisi dopo la richiesta dei creditori nei confronti del condominio, finalizzata ad accedere ai dati contenuti nell'anagrafe condominiale? E quante volte nella risposta è stata tirata in ballo la privacy?
C'è da segnalare una interessante sentenza del Tribunale di Monza che mette in primo piano le ragioni del creditore del condominio, ragioni che meritano tutela.
L'argomento è abbastanza delicato perchè pone la questione della solidarietà dei debiti che la riforma in un certo senso, attenua, ponendola come alternativa, o meglio, come ultima spiaggia nel senso che se il creditore non riesce a soddisfarsi con i morosi, aggredirà l'intero condominio.
Il fatto: il creditore condominiale aveva presentato un ricorso al giudice contro il condominio per avere accesso all'intera anagrafe condominiale. Il condominio, dal canto suo, non evadeva la richiesta, in quanto il creditore aveva già pignorato il conto corrente condominiale e la richiesta poteva limitarsi ai dati anagrafici dei soli morosi, mentre il creditore convenuto asseriva l'esistenza di un obbligo di informazione a vantaggio del creditore sulle quote di ciascun condomino.
Il Tribunale di Monza, con Ordinanza n.3717 del 3 giugno 2015, ha accolto la richiesta del creditore, basandosi sul fatto che il creditore può chiedere l'informativa di tutto il condominio a tutela del suo diritto, perchè solo in questo modo può tutelarsi in via preventiva, sia che il credito sia stato deliberato e quindi riconosciuto, sia che non sia stato deliberato ed in tal caso ne rispondono tutti i condomini, proporzionalmente alla loro quota.