L'amministratore di condominio è obbligato a tenere il POS per il pagamento delle quote condominiali?
Un orientamento positivista che interpreta estensivamente la norma della Legge 4/2013 inquadral'amministratore di condominio tra i professionisti, non considerando però che i professionisti indicati nella norma sono quelli che forniscono al pubblico tutta una serie di attività di tipo intellettuale, assimilabili alla consulenza.
L'amministratore di condominio però è nominato dall'assemblea, e pertanto è tenuto a svolgere i compiti prescritti dalla normativa e per i quali l'assemblea lo ha nominato, oltre che amministrare il fondo con cui pagare i servizi erogati ai condomini e quindi la sua opera è limitata ad un pubblico circoscritto a quel determinato stabile. Tuttavia, anche in assenza di un vero e proprio obbligo, l'amministratore può dotarsi del Pos per i pagamenti delle quote, offrendo ai condomini un servizio con uno strumento senza dubbio utile, al passo con i tempi, e che nello stesso tempo fornisce una sicurezza derivante dalla assenza di circolazione di denaro liquido che poi andrebbe versato sul conto corrente condominiale. Ovviamento tutto questo non è gratis, ma ha un costo che varia da banca a banca. Infatti alle spese di installazione, vanno aggiunte quelle relative al canone mensile e ai costi per ogni transazione, che in linea di massima sono superiori ai canonici bonifici. Va da sè che è sempre possibile adottare il pos per il pagamento delle quote condominiali, ma va deliberato dall'assemblea dei condomini, così come l'uso va disciplinato da un apposito atto interno da parte dei condomini riuniti.
Comunque, fermo restando che non esiste, per il momento, alcun obbligo a carico dell'amministratore, bisogna considerare che con l'imminente approvazione ed entrata in vigore del decreto attuativo della direttiva europea che introduce le sanzioni obbligo Pos arriverà anche una norma per il taglio dei costi commissioni Pos 2018.
Il governo Gentiloni, infatti, al fine di incentivare l'uso dei pagamenti tracciabili mediante la moneta elettronica ha deciso non solo di modificare la sanzione bancomat obbligatorio ma anche di tagliare il costo Pos sulle commissioni, introducendo le seguenti riduzioni:
Pagamenti POS con Carta di credito: riduzione costo commissioni interbancarie allo 0,3%.
- Pagamenti POS con bancomat, debito, postepay, paypal: riduzione dei costi commissione dello 0,2%
- Pagamenti POS fino a 5 euro: riduzione costi delle commissioni in percentuale ancora maggiore.
Il costo pos 2018 previsto dal governo comprende le seguenti voci:
Costo POS per l'installazione
Costo POS canone mensile
Costi fissi POS a transazioneCosto
POS in percentuale a transazione
Esiste però una soluzione alternativa al classico Pos: il pos senza banca e il pos senza canone, basati entrambi su pos mobile che a differenza di quello bancario o postale, non accredita i soldi direttamente sul conto corrente del commerciante o del professionista, ma li fa transitare su una società esterna.
Nel nostro Paese i servizi Pos senza banca e Pos senza canone sono offerti dalle seguenti piattaforme:
Tra le spinte legislative e tra i costi di queste ultime piattaforme, sicuramente più accattivanti, non sarà difficile che le assemblee possano deliberare positivamente all'adozione di questi strumenti ad alta tecnologia.