Fermarsi al distributore di carburante per il rifornimento, a volte, può essere
pericoloso per la nostra auto, specie se il carburante, benzina o gasolio che sia, è annacquato. La responsabilità ricade sul distributore del carburante che dovrà risarcire il danno pari alle spese sostenute per la riparazione, o a volte, sostituzione del mezzo. Ciò perché si applica il Codice del Consumo che offre la massima tutela ai cittadini che acquistano il carburante. Il caso , discusso e risolto dal Giudice di Pace di Perugia, trae origine da un fatto accaduto diversi anni fa. Un automobilista, subito dopo un rifornimento, aveva problemi con la sua auto, che stentava a riaccendersi e non ripartire il giorno dopo. I tecnici dell’officina diagnosticavano un problema di blocco alla pompa di iniezione e agli elettroiniettori causato da gasolio non conforme alla normativa.
Com’è noto la presenza di acqua in un carburatore provoca seri danni alla pompa, al rail, agli elettroiniettori. In questo caso viene in soccorso il Codice del Consumo che impone al venditore l’obbligo di consegnare al consumatore, beni conformi, comportando una responsabilità per difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene, difetto comunque che va denunciato entro due mesi dalla scoperta. Il venditore, a sua volta, ha diritto di regresso nei confronti del produttore.
Dinanzi a questi eventi è possibile la tutela, ma bisogna dimostrare di aver fatto rifornimento presso quella determinata pompa di benzina e non è affatto semplice se non si è almeno fatto rilasciare una ricevuta che diventa la prova fondamentale di aver fatto rifornimento.
I benzinai hanno l’obbligo contrattuale di evitare che il carburante erogato non contiene impurità ed è loro onere dimostrare di aver rispettato l’adempimento. Detto obbligo deriva direttamente dal Codice del Consumo.
In una causa conclusasi nel 2015, il Giudice di Pace ha condannato il venditore a risarcire il danno ed il produttore a manlevare il venditore di quanto dovuto al ricorrente.